New York, famosissima per… i funghi

A Inwood Hill Park, nel cuore più settentrionale di Manhattan, anche in pieno inverno la vita non smette mai davvero di emergere. Nonostante l’erba ancora marrone e gli alberi spogli, il terreno pullula di forme viventi. È il regno silenzioso e sorprendente dei funghi, che nella città di New York trovano uno degli ecosistemi urbani più straordinari del mondo. Secondo i dati dell’app di citizen science iNaturalist, nella metropoli americana sono state documentate oltre 2.100 specie fungine, più che in qualsiasi altra grande città sulla Terra.

Gran parte del merito è della New York Mycological Society, un’associazione fondata da appassionati, oggi composta da circa 800 membri. Ogni settimana, con qualsiasi condizione meteorologica, il gruppo guida spedizioni alla scoperta del mondo fungino nei parchi cittadini. Le uscite avvengono sempre lungo gli stessi percorsi, in 15 parchi e 2 cimiteri selezionati, per monitorare come cambia nel tempo la biodiversità micologica della città. Dal 2009 a oggi, hanno catalogato oltre 1.200 specie e ne aggiungono circa un centinaio ogni anno.

Durante una recente escursione a Inwood Hill, i partecipanti hanno scoperto 83 specie tra funghi, licheni e muffe mucillaginose, incluse alcune rare e una mai segnalata prima a est delle Montagne Rocciose. «Una volta che inizi a notare le cose, non riesci più a smettere» ha detto Maren Fossi, che ha guidato il gruppo, al New York Times. La società distribuisce lenti di ingrandimento a tutti i partecipanti e organizza anche incontri settimanali dove i membri mostrano e identificano i campioni raccolti.

Tra i membri più attivi c’è Ethan Crenson, graphic designer e presidente dell’associazione, noto per il suo entusiasmo contagioso e per aver scoperto una nuova specie, la Nemania ethancrensonii, in un cimitero di Brooklyn nel 2021. Ma ci sono anche esperti meno convenzionali, come Sigrid Jakob, stratega di marketing e specialista in funghi che crescono su escrementi animali. «Una volta che porti a casa un po’ di sterco, è uno spettacolo che non finisce mai» ha detto. È proprio da un campione di feci di oca canadese che Jakob ha identificato una nuova specie, pubblicata poi con l’aiuto di un micologo.

I funghi scoperti nei parchi di New York spaziano da quelli bioluminescenti visibili solo al buio a quelli carnivori che intrappolano vermi con piccoli lazi. Esistono funghi capaci di produrre antigelo naturale, altri che si sviluppano esclusivamente su letame, e almeno dieci specie con effetti allucinogeni. I nomi sono evocativi e spesso surreali: bleeding fairy helmet, devil’s dipstick, scurfy deceiver. Alcuni, come la ruggine studiata da Andrew Cannon, attraversano l’Atlantico e vivono su due ospiti differenti, come l’erba e gli alberi.

Non mancano nemmeno le leggende. Una delle specie che la società spera ancora di trovare è il cosiddetto “fungo zombie delle formiche”, il Cordyceps, lo stesso che ha ispirato la serie The Last of Us. Vive infettando formiche e manipolandone il comportamento fino a condurle alla morte, nel punto ideale per disperdere le sue spore. «Dovrebbero essere anche qui» ha detto Crenson, «ma non li abbiamo ancora trovati».

Per molte famiglie newyorkesi, queste esplorazioni sono diventate un’attività condivisa, una forma di educazione alla natura urbana. «È stato fantastico per la nostra famiglia» ha raccontato Sarah Almodovar, madre di un bambino che durante una passeggiata ha individuato una crosta fungina. «Ci ha dato tante cose da imparare.» In una città spesso raccontata per la sua frenesia, la micologia offre un punto di vista radicalmente diverso: silenzioso, meticoloso, meravigliato.

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